Gita del Comitato a Montalcino – 5 novembre 2022
MONTALCINO – L’ ULTIMO BALUARDO – di Aldo Giannetti
Durante le Guerre d’Italia franco-spagnole (1494-1559), la Repubblica di Siena venne coinvolta nel conflitto che vide le due potenze contendersi la supremazia sull’Italia. Pur riuscendo a destreggiarsi abilmente nel primo periodo delle stesse, dopo la morte di Pandolfo Petrucci lo Stato entrò in una fase caratterizzata da lotte intestine e perdita di competitività commerciale, che lo portarono ad indebolirsi fortemente. Il tentativo da parte dell’Impero spagnolo (a partire dal 1540) di costituire un protettorato permanente nel territorio senese, con l’invio di una guarnigione stabile, provocò l’innalzarsi della tensione fino alla sollevazione popolare (26 luglio 1552) conseguente alla costruzione della Cittadella fortificata. I senesi aprirono le porte della città ad un esercito franco-senese, che assediò gli spagnoli nella fortezza fino alla loro cacciata dopo una mediazione dei Medici. Nel febbraio 1553 gli spagnoli ripresero le ostilità, ma si ritirarono a causa dell’invasione degli Ottomani, alleati di senesi e francesi. L’anno successivo Carlo V offrì il comando al duca di Firenze Cosimo I de’ Medici, che mirava a diventare padrone di tutta la Toscana, fornendogli un possente esercito formato da vari contingenti imperiali di spagnoli, tedeschi ed ungheresi, con il quale il comandante Gian Giacomo Medici di Marignano, assediò Siena e saccheggiò il contado. I senesi, comandati da Piero Strozzi e Biagio di Monluc, resistettero a lungo riuscendo anche ad infliggere dure sconfitte alla coalizione imperiale, come l’annientamento dell’esercito di Ridolfo Baglioni nella Battaglia di Chiusi, le scorrerie nel viareggino e l’invasione del Val d’Arno, ma alla fine vennero sopraffatti dalla preponerante superiorità numerica avversaria per cedere nella battaglia di Scannagallo, conosciuta nella storia anche come Battaglia di Marciano. La battaglia, combattuta il 2 agosto 1554 tra l’esercito franco-senese al comando di Piero Strozzi contro l’esercito ispano-mediceo comandato dal Marignano, segnò il declino della Repubblica di Siena costretta ad arrendersi definitivamente alla forza di Firenze. Pur in condizioni disperate dopo l’annientamento dell’esercito, i senesi riuscirono a resistere per altri otto mesi all’assedio. Questo periodo vide altri momenti di grande coraggio da parte della popolazione, come gli eventi del Fortino delle donne senesi, difeso strenuamente da una milizia di 3.000 donne della città; che valsero a tutti i difensori della libertà della Repubblica gli onori delle armi da parte dei nemici che entrarono vittoriosi in Siena il 17 aprile 1555, data della stipula della capitolazione dopo la resa della città per fame. Il 21 aprile 1555 circa seicento famiglie e pochi soldati, capitanate dal francese Blaise de Monluc, dopo aver resistito alle sofferenze del lungo assedio, abbandonarono Siena dalla porta Romana per raggiungere la fortezza di Montalcino, portando i sigilli del Comune con il proposito di mantenere in vita la Repubblica, qui la gloriosa Balzana, nella più alta torre della fortezza continuerà ancora a sventolare. Resistettero arroccati nella speranza di riconquistare la perduta libertà, scegliendo come propria chiesa ufficiale, la trecentesca chiesa di Sant’Egidio Abate o chiesa dei Senesi. Edificata nel 1325, ha facciata romanica in pietra ed in alto sopra l’occhio presenta lo stemma della Balzana, l’interno è di una sola navata con archi, sull’altare il tabernacolo in legno intagliato e dorato di Alessandro Casolani, infine nelle pareti affreschi con Madonna e Santi del XIV secolo. Montalcino divenne per i senesi simbolo di una seconda patria in esilio, non solo continuò a valersi dei propri sigilli ma addiritturà coniò nuove monete in rame, argento ed oro all’insegna “Res Publica senensis in Monte Ilicino” e “Senatus Populusque Senensis in Monte Alcino”. Il 14 agosto 1559, le monete senesi, i sigilli di Stato, la Lupa, il Leone rampante e la Balzana, furono dichirati illegali da Cosimo I, dopo 65 anni di conflitti quasi ininterrotti, il trattato di Cateau-Cambrésis pose fine alle guerre d’Italia con la vittoria degli spagnoli, decretando quindi anche la fine dei conflitti in Toscana. La Repubblica di Siena a Montalcino non salvò la sua esistenza e la bolla di Pio V innalzò Cosimo alla dignità di Granduca della Toscana decretando di fatto il passaggio dei territori senesi nelle sue mani. La guerra di Siena terminò senza la sconfitta sul campo per i senesi, ma per Siena, i fiorentini saranno visti da ora in poi come coloro che hanno posto fine alla sua libertà.
Qui di seguito gli scatti di Leonardo Del Porro e Gabriele Bartali durante la giornata, ringraziamo Maddalena Sanfilippo, assessore alla Cultura del Comune di Montalcino e il nostro Amico del Palio Gabriele Fattorini per le esaustive spiegazioni storiche al museo di Montalcino e al tempio del Brunello